Politiche e buone prassi

Oltre alla legislazione specifica, è importante tenere in considerazione come concretamente la RJ sia utilizzata e resa accessibile. Nel testo seguente, si affronteranno questi profili e si vedranno alcune delle principali iniziative esistenti per promuovere la RJ in Italia.

Politiche riguardanti la giustizia riparativa in Italia

La tradizione italiana è ancora legata ad una visione retributiva della giustizia e sembra ancorata ad un’idea della sanzione penale come «punizione» da infliggere al reo, dimenticando la funzione ri-educativa e quella riparativa. Pochi policy makers hanno fino ad ora discusso il tema della giustizia riparativa al fine di introdurre misure concrete o una cornice normativa dedicata alla RJ. L’esperienza del Tavolo 13, creato durante gli Stati Generali dell’esecuzione penale, con l’obiettivo di allineare le esperienze di RJ sviluppate in Italia con quelle degli altri paesi con esperienze più rodate merita di essere segnalata come tentativo di intervento nell’area della giustizia riparativa.

 

Pratiche che coinvolgono la giustizia riparativa in Italia

Ci sono ipotesi all’interno del processo penale, della giustizia minorile e dei processi di fronte al Giudice di pace che possono essere considerati, lato sensu, riparative. In alcuni casi la natura minore o bagatellare dei crimini coinvolti autorizza di per sé all’utilizzo di metodi di risoluzione alternativa dei conflitti. Negli altri casi, necessità deflattive o i particolari interessi coinvolti spingono a promuovere un intervento conciliativo. Un tentativo di conciliazione obbligatorio è peraltro prescritto per i reati procedibili a querela. All’interno di tale tentativo le procedure di mediazione reo-vittima possono essere erogate da attori pubblici o privati operanti sul territorio. In termini più generali, nel procedimento penale la mediazione può altresì assumere rilievo ai per la remissione della querela (art. 340 c.p.p.), e per la messa alla prova (art. 464 bis c.p.p.).

 

Programmi nazionali che riguardano l’applicazione della giustizia riparativa a casi di crimini d’odio di matrice omotransfobica in Italia

Nonostante molti dei programmi di RJ e delle buone prassi identificate abbiano rivelato un grado di trasferibilità ai crimini d’odio anti-LGBT medio alto, non è possibile individuare dei programmi che si rivolgono esplicitamente ai crimini d’odio di matrice omotransfobica tramite percorsi di RJ. Un fattore da considerare, comunque, è legato al fatto che l’identificazione stessa di un crimine d’odio di matrice omotransfobica è difficile in Italia a causa della mancata inclusione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere tra i fattori di discriminazione dotati di un’autonoma rilevanza penale.